Adolescenti a rischio: 4 step per capire se preoccuparsi
La più grande difficoltà con l’adolescente è capire il senso della misura: quando un comportamento è da ritenersi a rischio o meno? In che misura un repentino cambiamento che ha avuto è segnale di un disagio o rappresenta una delle famose “fasi” adolescenziali?
La multiformità dei comportamenti dell'adolescente rende comprensibile la difficoltà dei genitori nel distinguere tra un comportamento che desta preoccupazione, ma che fa comunque parte di un percorso in sintonia con la crescita, ed un altro che segnala, invece, la presenza di un disagio e che richiede l'intervento di un esperto.
Per sapere se tuo figlio adolescente è a rischio, ecco 4 step.
1. Dialogare, tenendo bene a mente che:
il compito evolutivo dell'adolescente è quello di formarsi un'identità al di fuori del nucleo familiare, per questo motivo l'adolescenza rappresenta un periodo non facile e faticoso, che non di rado mette la famiglia a dura prova ed esige lo stabilirsi di nuovi equilibri.
È dunque fondamentale parlare con l’adolescente per comprendere al meglio la situazione che sta vivendo, rispettandone gli spazi e i tempi comunicativi, senza pretendere risposte definitive data la mutevolezza del periodo.
Ricordiamo che, durante l’adolescenza così come nell’infanzia, gli stili genitoriali hanno un’influenza importante nelle modalità relazionali che l’adolescente utilizza per manifestare i suoi disagi, le sue difficoltà.
Per questo motivo aprirsi a un dialogo costruttivo, darsi la possibilità di incontrarsi e di capirsi, è fondamentale all’interno della famiglia per favorire l’instaurarsi di rapporti virtuosi e di fiducia reciproca, agevolando un clima emotivo sereno e pronto ad accogliere tutte le emozioni presenti.
Senza il dialogo, l’incomprensione è dietro l’angolo, le incomprensioni generano sfiducia, e la sfiducia genera risentimento.
Per evitare che questo circolo vizioso si instauri, è di fondamentale importanza aprirsi all’altro, creando un punto d’incontro.
2. Valutare l'oppositività: "mio figlio non mi vuole più bene?"
Sebbene possa esprimere atteggiamenti “ribelli” o elusivi verso la famiglia, l’adolescente ha ancora bisogno delle cure genitoriali, è quindi importante accompagnarlo nelle sue fasi di transizione con il giusto grado di supporto.
È inoltre di fondamentale importanza rammentare che le turbolenze adolescenziali possono generare crisi e conflitti all’interno della famiglia: ogni periodo critico non è negativo di per sé, piuttosto è un segnale che nuovi equilibri si rendono necessari nel nucleo familiare.
Ricordiamo che essere genitore implica necessariamente una possibilità di errore: solo chi non fa non sbaglia. È dunque importante avere consapevolezza del fatto che ad ogni errore segue una possibilità di riparazione: tanto durante l’infanzia, quanto nell’adolescenza e nell’età adulta.
3 Fare attenzione a questi segnali:
Alcuni segnali di rischio nel comportamento dell'adolescente sono chiari e, quando si presentano, necessitano approfondimento, come nei seguenti casi:
- un progressiva diminuzione delle interazioni con gli altri: oltre che con i genitori, anche con amici e compagni. Quando l'adolescente inizia a rinchiudersi in camera (e non semplicemente chiudersi, è qui che sta il senso della misura) per periodi di tempo prolungati, può star segnalando una difficoltà emotiva ed affettiva importante;
- calo del rendimento scolastico: la scuola è uno degli ambienti più importanti per l'adolescente. Quando i risultati scolastici sono in calo è bene indagare le motivazioni e comprendere se dietro questo andamento si celi un malessere emotivo, relazionale o di altra origine;
- accenni di dipendenze da gaming o da social: nel momento in cui le sue attività sono quasi esclusivamente rivolte verso il giocare online o verso lo smartphone, la possibilità dell'instaurarsi di un ciclo di dipendenza è concreta.
- utilizzo di psicofarmaci o sostanze stupefacenti: è una realtà sempre più comune l'utilizzo di benzodiazepine senza prescrizione in adolescenza, così come lo è il consumo di cannabis, queste sostanze possono causare gravi danni allo sviluppo dell'adolescente ed è bene prevenirne l'abuso in un'età così delicata.
4. In sintesi:
Tutte queste premesse per dire che: per un genitore avere un certo senso della misura verso i segnali comportamentali dell’adolescente è un compito difficile, errori e incomprensioni sono dietro l’angolo, dunque abbracciare la mutevolezza del periodo adolescenziale, senza lasciarsi travolgere, restando una figura autorevole, amorevole e di riferimento è un aspetto cruciale in questa complicatissima fase.
Quando ci si sente sopraffatti dal comportamento adolescenziale o nel momento in cui quest’ultimo desti gravi preoccupazioni, si rende necessaria una consulenza specialistica.
Un colloquio con uno Psicologo dello Sviluppo rappresenta uno strumento di indagine mirato al fine di comprendere al meglio la situazione dell’adolescente, individuando criticità da contenere e punti di forza da cui ripartire al fine di favorire il suo benessere .
Rivolgersi allo Psicologo dello Sviluppo rappresenta dunque un atto di prevenzione utile a scongiurare il cronicizzarsi del comportamento disfunzionale e in grado di comportare rischi anche consistenti sul benessere psicofisico presente e futuro dell’adolescente.