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Indice:
Adolescenza: la complessità di diventare adulti

Che cos'è l'adolescenza?

L'adolescenza è la fase nella quale avviene il passaggio dall'infanzia all'età adulta ed è un fenomeno tanto genetico quanto sociale e culturale: ha, infatti,  inizio con la preadolescenza, intorno ai 10-11 anni, e termina quando il soggetto diventa pienamente autonomo, caratteristica indispensabile per considerarlo adulto. Il suo termine effettivo è dunque difficile da precisare, in quanto, oltre alle variabili soggettive, incidono anche quelle socioeconomiche.
Attualmente assistiamo spesso ad adolescenze protratte proprio in virtù di fattori che non favoriscono lo svincolo tempestivo dalla famiglia di origine: secondo i dati Eurostat l'età media dei giovani italiani che vanno a vivere da soli, raggiungendo quindi una piena autonomia, è di 30 anni.

I cambiamenti dell’adolescente

Le molte e rapide trasformazioni che avvengono a livello fisico, fisiologico e psichico fanno dell'adolescenza un periodo particolarmente complesso che porterà l'adolescente ad acquisire un'identità adulta, ad avere una vita autonoma e un proprio progetto di vita al di fuori della famiglia.
Questi processi maturativi agiscono congiuntamente determinando vistosi cambiamenti non sempre facili da comprendere:

  • Sul piano fisico l'adolescente è alle prese con la tempesta ormonale che muterà rapidamente il suo corpo e che lo condurrà alla maturazione sessuale.
  • Sul piano psichico, iniziano ad emergere nuove raffinate capacità mentali: l’adolescente impara presto a ragionare per ipotesi, a valutare in modo critico il proprio pensiero e quello delle altre persone, ad utilizzare forme di pensiero complesse.
  • Sul piano affettivo e relazionale, è importante per l’adolescente sentirsi parte di un sistema diverso da quello familiare, inizia quindi a modificare la relazione con i genitori in favore di quella fra pari, a cercare un possibile partner, a definire un confine specifico in casa, tipicamente la cameretta.

La ricerca di un'identità al di fuori della famiglia

Alla conquista dell'autonomia e alla ricerca di un'identità stabile, l'adolescente, non più bambino e non ancora adulto, sente la necessità di sperimentarsi per crescere, attraverso le famose "fasi" adolescenziali.
Sul piano comportamentale manifesterà atteggiamenti non sempre facili da comprendere: comportamenti spesso critici, oppositivi e sfidanti nei confronti dei genitori contrastano con la necessità di appartenere ancora al nucleo familiare.
Nell’adolescente possiamo chiaramente notare questo duplice moto: la tensione all’individuazione, all’essere un qualcosa di diverso rispetto alla famiglia di origine -tipica dell’età adulta- e la tendenza ad avere ancora bisogno della famiglia -tipica del bambino-.

Segnali di rischio in adolescenza

I segnali di rischio, come ad esempio frequenti problemi scolastici, problemi con le autorità, comportamenti auto ed eterolesivi, difficoltà comunicative, ritiro sociale, possono essere importanti indicatori di sofferenza e non vanno trascurati.
Restano, comunque, di centrale importanza il ruolo della famiglia e della scuola nello sviluppo adolescenziale: relazioni familiari conflittuali o problematiche rappresentano un fattore di rischio che non deve essere sottovalutato.
Nel momento in cui i comportamenti a rischio eccedono una determinata soglia, compromettendo il benessere dell’adolescente, è necessario approfondire e indagare attraverso una consulenza specialistica.
Una consulenza psicologica con uno Psicologo dello Sviluppo rappresenta lo strumento di indagine con cui fare chiarezza circa la situazione dell’adolescente, individuando criticità da contenere e punti di forza da implementare al fine di favorire il suo benessere.