Benzodiazepine, rischi addiction in adolescenza
Le benzodiazepine sono una classe di psicofarmaci con effetti anticonvulsivanti, ansiolitici, ipnoinducenti e miorilassanti, dei quali fanno parte farmaci come il Tavor, lo Xanax, il Lexotan, il Valium, fra gli altri.
L'utilizzo di BDZ senza prescrizione è ormai una realtà comune: di uso quotidiano anche fra i più giovani, questi farmaci -utilissimi in casi di comprovata necessità clinica- sono diventati una presenza costante nelle vite di molti ragazzi.
Le benzodiazepine riscuotono grande successo poiché inibiscono il sistema nervoso, favorendo il rilassamento delle tensioni corporee e dei pensieri angoscianti, il torpore generato dall’utilizzo di questi psicofarmaci può essere piacevole e consente all’adolescente di stemperare il flusso delle emozioni negative, neutralizzandole.
Inoltre, sono farmaci facilmente reperibili.
Le benzodiazepine sono un farmaco che può creare forte dipendenza se utilizzate senza cognizione di causa. Come ogni sostanza, infatti, anche le benzodiazepine possono concorrere allo sviluppo e al mantenimento del ciclo di tossicodipendenza, nel seguente modo:
- Producendo un rinforzo positivo: all’utilizzo della sostanza vengono associati effetti piacevoli. Nel cervello vengono create delle memorie neurali positive associate alla sostanza, per cui al momento dell’assunzione viene rilasciato un neurotrasmettitore chiamato dopamina, che induce nel corpo sensazioni di piacere e ricompensa.
- Generando craving, ovvero ricerca compulsiva della sostanza: poiché le sensazioni piacevoli derivanti dalla sostanza sono estremamente gratificanti, il cervello guida il comportamento del dipendente alla ricerca della stessa, facendo in modo di non rimanere mai senza.
- Producendo tolleranza: con il passare del tempo, per arrivare ad esperire gli effetti dell’uso della sostanza sono necessarie maggiori quantità, poiché il cervello si “abitua” alle dosi precedenti che non risultano più sufficienti.
- Producendo un rinforzo negativo: al mancano utilizzo della sostanza corrispondono spiacevoli sintomi di astinenza, che amplifica la sintomatologia contro cui il farmaco dovrebbe agire, in questo caso creando tensione muscolare, ansia, insonnia.
Possiamo dunque definire la dipendenza come una condizione cronica caratterizzata da ricerca e da uso compulsivo della sostanza d’abuso e dai cambiamenti strutturali nel cervello appena descritti.
Non è raro, poi, che le BDZ vengano mischiate con alcool o cannabis fra di loro per ottenere effetti ancora più potenti.
Infine, un altro rischio associato alle benzodiazepine (ed ai farmaci in generale) riguarda la loro sospensione improvvisa: ad una brusca interruzione, infatti, corrisponde un effetto rebound – “rimbalzo” - tale per cui i sintomi che il farmaco andava ad alleviare si ripresentano con maggiore forza rispetto all’inizio del ciclo farmacologico. Motivo per cui generalmente i farmaci si “scalano”.
Che cosa ci segnala l'utilizzo di benzodiazepine in adolescenza:
L’adolescente è nel pieno del suo sviluppo, non solo fisico e sociale, ma anche emotivo ed affettivo. L’utilizzo sempre più comune di questi farmaci durante un periodo così sensibile ci fa riflettere sulla condizione dello spirito adolescenziale.
Da dove nasce questa voglia di annullarsi, perché è così necessario?
Che cosa vede l’adolescente nel suo presente e nel suo futuro, oppure che cosa lo tormenta del suo passato per decidere di mettere a tacere forzatamente il suo dramma interiore?
Perché fare ricorso necessariamente ad una sostanza esterna, quali risorse sente di mancare per poter far fronte ai suoi ostacoli?
Come spesso accade per l’utilizzo delle sostanze in adolescenza, spesso è la curiosità, la voglia di “provare cose nuove” a spingere l’adolescente nel provare sostanze come le BDZ, peraltro ampiamente sdoganate e non additate come stupefacenti o con il ben peggior termine generico noto come “droga”.
Tuttavia, spesso la sostanza “prende il sopravvento”, ovvero diventa un modo semplice e a portata di mano per risolvere rapidamente stati d’animo non desiderati.
E così l’adolescente impara a non stare con le proprie emozioni, a non leggerle a non comprenderle, ma semplicemente ad agire un rapido comportamento volto a combatterle con tramite un “aiutino” esterno.
Così facendo, annulla sé stesso, il suo mondo interiore, il suo tormento che, seppur doloroso, ha un significato che va accolto e compreso. Apprende ad essere cieco verso sé stesso e diventa cieco verso il resto del mondo.
Cosa fare quando l'adolescente abusa di benzodiazepine?
La primissima cosa da fare è non rendere il tema un tabù, ma, al contrario, creare uno spazio di conversazione: è importante fare in modo che l’adolescente possa parlare dei suoi sentimenti, dei suoi dubbi, delle sue ragioni, di ciò che lo angoscia e lo spaventa.
È, poi, necessario informarsi ed informarlo sui rischi associati, discuterne insieme, con pazienza, amorevolezza, ma allo stesso tempo fermezza ed autorevolezza.
È altrettanto necessario discutere circa i motivi dell’utilizzo della sostanza, comprenderli, e valutare soluzioni alternative.
Dunque, è importante fare domande e saper comprendere le risposte: in un primo momento può essere normale che l’adolescente tenda a sviare e contrariarsi, per questo motivo è necessaria tanta pazienza e perseveranza nell’affrontare il tema.
Quando richiedere un consulto psicologico?
Se il comportamento dell’adolescente è fonte di preoccupazione, litigi, tensione emotiva, i risultati scolastici sono in calo, la sua affettività è piatta, è necessario rivolgersi ad uno specialista per un consulto.
Una consulenza con uno Psicologo dello Sviluppo rappresenta lo strumento d’indagine volto a fare chiarezza sulla condizione dell’adolescente: è infatti necessario comprendere i significati del comportamento problematico andando a individuare criticità da contenere e punti di forza da cui ripartire per salvaguardare il suo benessere presente e futuro.
L'adolescenza è una fase dello sviluppo fortemente delicata in cui la personalità dell'individuo è in via di strutturazione, è dunque di cruciale importanza salvaguardarne la corretta progressione e fare in modo che questa avvenga in maniera non inquinata.
L'abuso di farmaci e/o sostanze forniscono certamente un importante campanello d'allarme per l'adolescente, che attraverso questo comportamento sta segnalando un malessere di cui, probabilmente, non è nemmeno consapevole e che merita di essere indagato in maniera approfondita.