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Indice:
Perché gli adolescenti non vogliono studiare? Come affrontare la crisi scolastica

Il rifiuto dello studio: contestualizziamo

Il rifiuto dello studio in età adolescenziale è una problematica che, a seconda della sua gravità, può sottintendere delle difficoltà emotive, relazionali, sociali e familiari.
Se pensiamo, infatti, all’importanza della scuola nella vita dell’adolescente e allo studio come il suo “lavoro” principale, possiamo comprendere come difficoltà di diversa origine, come ad esempio problemi familiari, con i compagni, oppure con la propria immagine corporea o la propria autostima, possano riflettersi sul rendimento scolastico.

Perché l'adolescente non studia?

Ciò che bisogna chiedersi è, dunque, “che significato ha per l’adolescente non studiare?” È una ribellione verso la famiglia? È un non trovarsi bene a scuola? È una sua mancanza di senso di responsabilità?
Andiamo per gradi:

  • Difficoltà familiari: fra le mura di casa l’andare male a scuola può acquisire diversi significati a seconda del clima familiare che si respira. Quando il clima è troppo rigido e teso, l’adolescente potrebbe vedere le sue emozioni, le sue difficoltà e le sue fragilità non comprese, non viste o soffocate: andando male a scuola sta dicendo “sono qui, ci sono anch’io, ho bisogno di essere visto e non so come altro fare se non facendovi preoccupare per i miei brutti voti a scuola”.
    Quando, al contrario, il clima familiare è troppo accomodante, permissivo, senza regole precise né paletti da rispettare, la responsabilizzazione dell’adolescente viene meno. Anche in questo caso attraverso il rifiuto allo studio l’adolescente manda un messaggio: “ho bisogno di una guida, di limiti, di responsabilità"
    Spesso lo studio ha un valore simbolico importante fra le mura di casa: per alcune famiglie lo studio e la scuola rappresentano un'estensione dei princìpi educativi che si vogliono trasmettere al proprio figlio, il quale a sua volta percepisce questo sentimento e vi si "ribella" nel momento in cui sente una frattura fra Sè e i propri genitori.
    Se ti rivedi in questo scenario, ti invito a contattarmi per una consulenza di valutazione: in questo modo potremo comprendere con precisione che cosa sta accadendo e come intervenire.
     
  • Difficoltà a scuola: fra i banchi di scuola il rifiuto allo studio può rappresentare una difficoltà ad integrarsi nel gruppo classe, a rapportarsi con i professori oppure può essere frutto di un indirizzo non adatto alle propensioni e all’attitudine del ragazzo stesso.
    Se l’adolescente non ha avuto la possibilità di eseguire un test dell’orientamento, ma gli è stato imposto un indirizzo specifico oppure ha scelto sulla base di variabili non oggettive, come ad esempio l’indirizzo scelto dagli amici, è possibile che questa scelta poco ponderata si ripercuota sul suo rendimento scolastico. 
    In questo caso è molto importante comprendere quali siano le reali attitudini e propensioni dell'adolescente, rispetto a quelle che il genitore si immagina o si aspetta: in questi casi fornire la possibilità all'adolescente di orientarsi a livello scolastico può essere una risorsa che fa la differenza sul suo impegno fra i banchi di scuola, per approfondire questo argomento ti invito a cliccare su queste scritte verdi: ti reindirizzeranno verso una pagina completamente dedicata all'orientamento scolastico.


  • Difficoltà individuali: in un periodo delicato come quello dell’adolescenza dove corpo, mente, emozioni, sentimenti e amicizie cambiano velocemente è più che probabile sentirsi in confusione, inadatti, avere un basso senso di Sé.
    Una percentuale compresa fra il 10 e il 40% degli adolescenti ha difficoltà di insoddisfazione corporea: sono insoddisfatti del proprio peso, della propria immagine corporea, della propria forma fisica (Flament et al., 2012).
    Ciò può avere un impatto fortissimo sui processi di socializzazione e di integrazione descritti in precedenza ed il tutto si riversa su un senso di autostima basso.
    Un' altra casistica a cui raramente i genitori pensano, ma che ho visto realizzarsi nella mia pratica clinica diverse volte riguarda delle difficoltà specifiche dell'apprendimento mai diagnosticate nei ragazzi: questo accade in particolar modo nelle materie di indirizzo, come Italiano, Matematica e Scienze, o in quelle in cui le abilità mnestiche sono particolarmente importanti, come la Storia. 
    In questi casi spesso i genitori mi riportano la descrizione dei loro figli come "pigri", tuttavia emerge spesso una difficoltà nello stile di pensiero del ragazzo in relazione a numeri, lettere e date.
    Anche quest'ultima casistica, ovviamente, si ripercuote sull'autostima del ragazzo: non riuscire a comprendere come mai si fa tanta fatica nello studio può comprotare un sempre maggior senso di ineguatezza e dispercezione di Sé, ed un ragazzo con un autostima bassa si potrà sentire non adatto all’ambiente scolastico e di conseguenza rifiutare lo studio.

Teniamo a mente che questi tre macro fattori, famiglia, scuola e individualità, possono influenzarsi vicendevolmente e rendere il rifiuto allo studio un fenomeno complesso da gestire senza i giusti mezzi.
Per questo motivo molti genitori si sentono confusi, arrabbiati, ed in colpa rispetto alle situazioni in cui gli adolescenti mostrano un scarso rendimento scolastico.
Quando l'origine del problema non è chiara, la confusione è legittima e naturale, ma non deve durare per sempre: un aiuto specialistico può davvero rendere la situazione più leggibile e, di conseguenza, ridurre ansie, tensioni e conflitti, predisponendo adolescente e, di conseguenza, famiglia verso la risoluzione della problematica.

Come motivare un adolescente allo studio?

Per motivare un adolescente a studiare è necessario, in primo luogo, comprendere quali significati abbia per lui il rifiuto allo studio: senza capire in maniera accurata cosa rappresenta per lui l’andare male a scuola e che cosa stia cercando di dirci attraverso questo comportamento è difficile motivare efficacemente l'adolescente a studiare.
Tentare di motivare il ragazzo a prescindere può risultare, infatti, nell’effetto opposto: una ancora maggiore difesa dallo studio e da chi tenta di imporlo.

Creare, dunque, uno spazio di dialogo in famiglia circa gli aspetti che portano l'adolescente a non voler studiare è di fondamentale importanza: è utile al ragazzo per avere la possibilità di esprimere ciò che prova in relazione allo studio e agli aspetti della sua vita ad esso legati, ed è utile alla famiglia per avere una migliore comprensione di ciò che l'adolescente sta passando, quali fragilità sta esperendo, e  come poterlo accompagnare nella gestione e nella risoluzione di questo comportamento problematico.

Un aiuto specialistico può fare la differenza

Spesso il dialogo fra genitori e adolescente può essere complicato: teniamo sempre a mente che l'adolescenza è l'età in cui i ragazzi sono alla ricerca di una loro identità al di fuori del nucleo familiare, è dunque possibile che il dialogo possa essere una via impervia di comunicazione fra adolescenti e genitori.
Tuttavia, comprendere le motivazioni sottostanti al rifiuto dello studio resta un aspetto cruciale nella traiettoria di sviluppo ed istruzione del ragazzo, che, pur senza saperlo, non studiando sta arrecando un danno a sé stesso: è in questo frangente che la consulenza psicologica per adolescenti può essere una risorsa fondamentale al fine di comprendere profondamente il problema.
Spesso, infatti, dietro al rifiuto allo studio si celano difficoltà e fragilità psicologiche, emotive e relazionali che non hanno trovato il giusto spazio per potersi esprimere: quello che facciamo nella consulenza psicologica è proprio dare uno spazio a pensieri, domande, sensazioni e vissuti di sofferenza che non hanno trovato risposta, per poi accoglierli, comprenderli insieme e, successivamente, avviarci verso la riattivazione delle risorse personali dell'adolescente affinché motivazione e senso di autoefficacia tornino ad essere dei capisaldi nel suo benessere quotidiano, e di conseguenza nella sua istruzione.

Se vuoi saperne di più, puoi visitare la pagina "Consulenza Psicologica per Adolescenti".

Prevenire il rifiuto dello studio: l'orientamento

Come per tutte le cose, la prevenzione è al primo posto.
Questo significa che anche nel percorso di studi ci sono degli strumenti per prevenire il rischio del rifiuto allo studio, il più importante fra essi è sicuramente il test dell’orientamento.
L’orientamento scolastico permette, infatti, di focalizzarsi su delle variabili oggettive per quanto concerne la scelta dell’istituto di scuola superiore, come ad esempio le credenze relative alle proprie capacità di studio, le abilità matematiche, le abilità di comprensione del testo, le propensioni professionali ed attitudinali.

In questo senso l’orientamento si rivela una risorsa importantissima nel restituire un profilo dello studente accurato e specifico, in modo da scegliere la scuola superiore con cognizione di causa. Inoltre, se diventare adulti è assumersi delle responsabilità perché non iniziare a responsabilizzare da subito l’adolescente compiendo con lui una scelta ponderata sul percorso di studi da intraprendere? Il test dell’orientamento rappresenta dunque, oltre ad una risorsa per comprendere il proprio profilo scolastico al meglio, anche una prima, importante, occasione di responsabilizzazione.

Per conoscere al meglio come funziona il testo dell’orientamento, ti invito a leggere questo articolo: “Orientamento alle scuole superiori: il test per aiutarti a scegliere”.

Rischio bocciatura?

Quando lo studente rischia la bocciatura, la situazione può essere complessa e richiedere uno sguardo approfondito. Se tuo figlio corre questo rischio, può esserti d’aiuto questo articolo specifico: “Figlio bocciato: tutte le cause e le soluzioni”.


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