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Cyberbullismo in Adolescenza: cosa devono sapere i genitori e come intervenire

Indice:
Cyberbullismo in Adolescenza: cosa devono sapere i genitori e come intervenire

Il cyberbullismo è oggi una delle principali preoccupazioni dei genitori.
Con l’uso costante di smartphone, gruppi WhatsApp, social come TikTok e Instagram, gli episodi di prevaricazione fra gli adolescenti possono avvenire in qualsiasi momento, spesso senza che gli adulti ne siano consapevoli.
In questo articolo vedremo come il bullismo è cambiato con il digitale, quali rischi corre un adolescente vittima di cyberbullismo, quali segnali devono allarmare i genitori e quando è utile rivolgersi a uno specialista per proteggere il benessere psicologico dei ragazzi.

Un po’ di contesto: bullismo, relazioni e tecnologia

Negli ultimi anni abbiamo osservato un mutamento fondamentale nelle relazioni, sia fra noi adulti, sia fra i più giovani: se prima gli scambi di sguardi, gesti e parole erano fra persone-e-persone, ora sono fra persone-smartphone-e-persone.
Sempre più spesso vediamo gruppi di ragazzi aggregati che alternano lo sguardo fra i propri compagni e i propri schermi: lo smartphone, ad oggi, ha un suo peso specifico in ogni interazione, dobbiamo prenderne atto e comprendere come rapportarci a questo periodo di rapida evoluzione tecnologica.

Le relazioni sono mutate e sono mutati anche i problemi ad esse legati: ecco che il bullismo come lo conoscevamo ha assunto forme nuove, più subdole e fumose, quelle del cyberbullismo.

È cambiato tutto: il bullismo prima e ora

Ciò che caratterizzava il bullismo in precedenza era un certo grado di osservabilità: un episodio di bullismo aveva un inizio, una fine, ed era circoscritto ad un luogo fisico.

Attualmente non è più così: la nostra presenza non è più materiale, ma è digitale, connessa, sempre attiva.
Il cyberbullismo è sempre attuabile e con un grado di osservabilità estremamente inferiore, poiché il mezzo digitale sa farsi custode di molti segreti e rendere invisibili i momenti in cui bullo, vittima, sostenitori ed astanti si incontrano: i luoghi fisici sono stati sostituiti dai luoghi virtuali, come i gruppi di whatsapp, telegram, tik tok, instagram e tutte le altre piattaforme dove gli adolescenti, sotto forma di utenti, possono incontrarsi e condividere esperienze.

Ecco che il cyberbullismo si diversifica radicalmente dal bullismo per il suo essere frammentato nel tempo e nello spazio:

  • Nel tempo, perché i messaggi, i post, i video, i contenuti online rimangono, finché l’utente non decide di cancellarli (o finché non riceve un reclamo). Questo rende conferisce al cyberbullismo un fattore di perpetuità, senza un inizio e una fine specifici,  al contrario degli episodi di bullismo tradizionale.
  • Nello spazio, perché i luoghi virtuali di aggregazione sono intangibili e potenzialmente infiniti: un gruppo WhatsApp può contenere un massimo di 1024 membri, un utente Instagram o tiktok può raggiungere milioni di persone, un canale telegram può contenere un numero illimitato di iscritti.

Questi fattori non conferiscono indizi ben visibili e chiari agli insegnanti e ai genitori, rendendo il compito di attenuare il fenomeno particolarmente difficile.

In sintesi
Bullismo: episodi visibili, circoscritti, limitati nel tempo e nello spazio.
Cyberbullismo: invisibile, continuo, amplificato dai social, senza confini spazio-temporali

Bullo, vittima sostenitori e astanti nel cyberbullismo

I ruoli nel cyberbullismo hanno assunto delle forme più diffuse e complesse rispetto a quelle del più noto bullismo:

  • Il cyberbullo è più protetto rispetto al bullo “tradizionale” perché agisce da dietro uno schermo e può avvalersi dell’anonimato, raggiungendo la vittima senza limiti di spazio e tempo.
  • I cybersostenitori diventano quasi dei co-autori tramite la possibilità di condividere, commentare e diffondere i contenuti offensivi, aumentando la portata del fenomeno in maniera esponenziale.
  • Gli astanti hanno da sempre un ruolo cruciale nell'alimentare o attenuare il fenomeno: possono essere passivi, per paura o inibizione sociale, oppure difensori, richiamando l’attenzione di un adulto e discostandosi attivamente dai comportamenti del bullo.
    Gli astanti difensori hanno un ruolo cruciale nel tamponare e ridurre la portata del bullismo, ma nel cyberbullismo la loro efficacia è ridotta per via delle protezioni e del distaccamento che il mezzo digitale fornisce.
  • La vittima non è mai al sicuro, poiché può essere raggiunta sempre e ovunque. Dov’è che può trovare pace, rifugio, accoglienza, se l’episodio non ha inizio né fine? A chi può rivolgersi per essere difesa se i messaggi e le prese in giro possono essere cancellati e resi inaccessibili?

Il cyberbullismo, dunque, semplifica la vita al bullo e ai sostenitori, rendendo, invece, la vita più difficile ai difensori ed agli adulti preposti ad intervenire.

I segnali di un adolescente vittima di cyberbullismo

I segnali comportamentali da tenere d’occhio sono i seguenti:

  • Tono dell’umore deflesso o soggetto a cambiamenti rapidi e improvvisi
  • Ritiro sociale sia da amici e compagni, sia dai genitori stessi
  • Problemi legati all’uso del telefono: evitamento od ossessione rispetto allo smartphone, rabbia, tensione, tristezza, confusione, stanchezza o sintomatologia somatica (vedi in seguito) prima, durante o dopo l’utilizzo dello stesso
  • Sintomatologia somatica generalizzata e senza chiara causa medica: emicranie, cefalee, nausea, aerofagia, asma, colon irritabile, dermatiti ed altre manifestazioni somatiche
  • Disturbi del sonno, problematiche nell’alimentazione
  • Utilizzo di sostanze o dipendenza da videogame
  • Tic nervosi
  • Performance scolastica in calo, bocciatura, richiesta di cambiare scuola

Il cyberbullismo può avere un impatto drammatico sulla vita di un ragazzo: in una fase della vita delicata come l’adolescenza, in cui l’identità sociale e lo sviluppo emotivo giocano un ruolo centrale nel benessere psicologico dei ragazzi, essere presi di mira può concorrere allo sviluppo di difficoltà psicologiche quali ansia, depressione, bassa autostima, isolamento sociale, ideazione suicidaria.

Come aiutare un figlio vittima di cyberbullismo

Quando un adolescente è vittima di bullismo o cyberbullismo viene colpito nel profondo: viene intaccata la sua identità, la sua autostima, il suo sentirsi efficace nelle relazioni.
Un genitore spesso percepisce i turbamenti del proprio figlio, ma non è sempre semplice trovare le parole o i momenti giusti per parlarne: l’adolescente, può vivere il suo essere vittima come una colpa, come una propria inadeguatezza, chiudersi in sé stesso e non voler uscire dal suo guscio.
A questo senso di vergogna e inadeguatezza si accompagna un vortice emotivo disfunzionale: rabbia, tristezza, disgusto, emozioni che possono dar origine alla strutturazione di problematiche psicologiche ben specifiche: ansia sociale, tendenza depressiva, rabbia incontrollata, calo di autostima, disturbi d'abuso, mutismo selettivo e condotta hikikomori.

Se tuo figlio presenta uno di questi segnali, che puoi approfondire in questa sezione del sito, significa che la sua sofferenza emotiva è forte: ciascuno di questi comportamenti rappresenta una difesa, e una difesa non è altro che una richiesta d’aiuto in un mondo percepito come ostile.

Delicatezza è la parola chiave, verso l’adolescente e verso sé stessi.
Avere a che fare con il proprio figlio ferito, può significare sentirsi in colpa come genitori: colpevoli di non averlo protetto abbastanza, di non avergli dato “armi” a sufficienza, di non aver fatto correttamente qualcosa.
C’è un avvertimento che non posso esimermi dal segnalare: sentirsi in colpa fa mettere anche noi sulla difensiva e quando ci difendiamo non possiamo far realmente spazio alle emozioni altrui.

Delicatezza, dunque, sia per accogliere tutto ciò che l’adolescente ha da dire, sia per comprendere come realmente possiamo aiutarlo.
Non c’è la pillola magica in questi casi: ogni situazione è differente, ed è solo attraverso un ascolto attento che si può arrivare ad una percezione più consapevole delle dinamiche e delle sofferenze in essere.

Non possiamo controllare tutto ciò che accade attorno all’adolescente, ciò che possiamo fare è fornire supporto per le sue necessità, concentrandoci su quelle che sono le nostre risorse a disposizione per aiutare il nostro adolescente nel qui ed ora.

Riconoscere i segnali ed aiutare:
disturbi somatici, umore triste o rabbioso, ritiro sociale, difficoltà a comunicare, rifugiarsi in camera, nei videogame e difficotà scolastiche sono solo alcuni dei segnali da tenere a mente. Se la condotta preoccupa ascolta senza giudcare, raccogli elementi e valuta un supporto professionale

Quando un supporto specialistico è fondamentale? 

Spesso insieme alla sofferenza del ragazzo si sommano altre difficoltà, come una chiusura nella comunicazione, confusione e tensioni fra le mura di casa: trovarsi in difficoltà nel vedere il proprio figlio soffrire non è mai semplice e può creare un clima emotivo di ansia e preoccupazione che peggiora ulteriormente la situazione.
Quando iniziamo a percepire un turbamento che non ci lascia tranquilli e per il quale sentiamo di voler intervenire, una consulenza psicologica con uno Psicologo dello Sviluppo rappresenta una risorsa fondamentale: raccontare ciò che sta accadendo ad un esperto del settore aiuta a comprendere a fondo il problema, alleviando ansia, confusione e tensioni.
Quando si tratta del benessere psicologico degli adolescenti, il tempismo fa la differenza: attendere può inasaprire il problema e dare origine alla strutturazione di vere e proprie psicopatologie, come un disturbo d'ansia sociale o generalizzto, un disturbo depressivo maggiore, o un disturbo d'abuso, al contrario agire per tempo significa riuscire a stoppare una problematica emergente prima che sia tardi, facilitando il recupero emotivo e relazionale

In altre parole, è importante sapersi ascoltare: quando ci si inizia a porre la domanda “potrei contattare uno Psicologo?” significa che può essere davvero utile farlo.


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