Figlio bocciato: quando cambiare scuola?
L’insuccesso scolastico coglie sempre impreparati, è un evento doloroso che colpisce con forza ragazzi e genitori.
Il fallimento scolastico, infatti, rappresenta una battuta d’arresto in quelle che sono le aspettative circa il percorso di sviluppo normativo dell’adolescente all’interno del contesto d’apprendimento, per questo motivo è un evento foriero di tensioni in famiglia, ansie, preoccupazioni e molte domande.
Una su tutte: “è giusto cambiare scuola?”.
Vediamo come rispondere, analizzando i significati annessi al cambio d’indirizzo.
Bocciatura: cambio scuola sì o no?
La risposta a questa domanda non può essere scissa dall’origine dell’insuccesso scolastico: essere bocciati può avere diverse origini, non tutte riconducibili necessariamente al sistema scolastico.
Cambiare scuola è una soluzione che trova il suo significato in due occasioni:
- l’adolescente ha avuto forti difficoltà nell’inserimento scolastico: esclusione da parte del gruppo classe, bullismo, cyberbullismo ed altri episodi di tipo sociale che possono avere un effetto profondo sul suo senso di autoefficacia relazionale. Si tratta di eventi molto impattanti sul benessere adolescenziale: non trovarsi, ed essere anzi presi di mira, dal proprio gruppo classe può rendere la scuola un incubo, con conseguenti ricadute sull’intero percorso scolastico.
- l’adolescente ha presentato difficoltà nell’apprendimento di materie specifiche tipiche dell’indirizzo scelto: in questo caso bisognerebbe chiedersi se l’indirizzo scelto sia adatto per il ragazzo o se, piuttosto, la scelta è stata viziata da pressioni o aspettative familiari, influenze sociali (va dove vanno gli amici), mancato orientamento scolastico.
In entrambi i casi è bene tenere a mente che il dialogo con il proprio figlio circa le origini della bocciatura è di fondamentale importanza, così come l’opinione degli insegnanti sul significato della bocciatura: solo attraverso un quadro completo della situazione è possibile prendere una decisione significativa e mirata.
Al di fuori di questi casi, cambiare scuola può non avere senso, vediamo perché.
Cambiare scuola: quando non ha senso
Cambiare scuola non ha senso nel momento in cui la bocciatura ha un’origine diversa da quella sopra descritta: l’insuccesso scolastico, infatti, può rappresentare un campanello di allarme nella vita dell’adolescente che, attraverso esso, può segnalare delle difficoltà psicologiche, relazionali, affettive, che possono avere origine, ad esempio, fra le mura di casa.
In questo caso cambiare scuola ha un duplice svantaggio:
- Non agisce sull’origine del malessere adolescenziale e mette a tacere quella che, invece, potrebbe essere un’occasione per comprendere al meglio le necessità del ragazzo e gli equilibri dell’intera famiglia.
- Deresponsabilizza l’adolescente: cambiando scuola è come se si puntasse il dito contro l’organizzazione educativa, additandole le colpe del fallimento scolastico. In tal modo l’adolescente potrebbe intendere la sua bocciatura come “legittima” e non prendersi le responsabilità del suo non studiare, cosa che sfavorisce la sua maturazione. L'adolescenza è una delicata fase di transizione in cui il ragazzo non è più bambino, ma non è nemmeno adulto, per questo motivo accompagnarlo nella responsabilizzazione e nella comprensione profonda dei suoi diritti e doveri è uno dei compiti più importanti (ed ardui) della genitorialità.
Bocciatura e cambio scuola: come comportarsi?
In estrema sintesi, è bene tenere a mente che la bocciatura è un segnale, un inciampo nel percorso adolescenziale che può essere trasformato in un’opportunità di crescita se elaborato ed affrontato con intelligenza e maturità.
Nell’insuccesso scolastico è bene ricordare che non c’è un colpevole, ma che è necessario porre l’accento sulla responsabilità individuale a prendere questo errore come una possibilità di riparazione.
Fornire occasioni di responsabilizzazione all'adolescente è, dunque, di fondamentale importanza: il primo passo, in tal senso, dev'essere fatto prendendo molto seriamente la scelta del nuovo indirizzo scolastico attraverso il test dell'orientamento.
L'orientamento in questo caso si configura come una prima e importantisima occasione di responsabilizzazione attraverso cui l'adolescente opera una scelta ponderata, matura, seria e consapevole circa il percorso che avrà scelto di affrontare.
Inoltre, l'orientamento oltre che ad essere una risorsa individuale per il ragazzo, può rappresentare una risorsa anche per la famiglia: dal momento che la bocciatura è un evento che coinvolge sia l'adolescente, sia i genitori, con vissuti, emozioni e conflitti che possono destrutturare il benessere quotidiano, l'orientamento può essere un'occasione di operare congiuntamente ad un fine comune e sano, la scelta consapevole del percorso formativo.
In questo modo l'orientamento può rappresentare un'opportunità per ripartire con una nuova spinta: oltre a valorizzare le risorse del ragazzo e minimizzare il rischio di reiterati insuccessi, rafforzando autostima, conoscenza di sé ed autodeterminazione, può anche aiutare la famiglia intera a fare squadra.
Per saperne di più, ti invito a visitare la pagina informativa riguardo il servizio di Orientamento Scolastico.
Conclusione
Una bocciatura non è mai un evento piacevole.
Le difficoltà vissute dal ragazzo, unitamente a quelle che si ripercuotono sui genitori, possono essere fonte di ansie, litigi, incomprensioni, fraintendimenti.
Che cos'è che può fare la differenza in un momento non semplice per adolescente e famiglia?
L'attitudine: la propensione a voler fare di questo evento non tanto un paletto nella storia evolutiva dell'adolescente in cui si puntano le dita gli uni contro gli altri, quanto piuttosto un'occasione di raccoglimento e nuovo inizio.
"Che cosa è andato storto e come possiamo fare meglio di così, insieme?"
E riattivare le proprie risorse, un passo alla volta.