Cos'è l'agorafobia?
Riguarda in generale la paura degli spazi aperti e/o affollati, ma che crea intensa ansia e notevoli difficoltà e paure per queste situazioni:
- uscire e allontanarsi di casa
- luoghi troppo spaziosi
- ponti
- autostrade
- spazi troppo affollati
- supermercati
- concerti
- mezzi pubblici
- o troppo spaziosi come ponti, autostrade ad esempio.
Una paura non commisurata alla realtà e ingestibile per la persona che ne soffre, nonostante ne comprenda l’ irrazionalità.
Quali sono i sintomi dell'agorafobia
Chi soffre di questa fobia prova intensa ansia se esposto allo stimolo fobigeno con possibile attivazione di sintomi vegetativi tra i quali:
- sudorazione,
- tremori,
- tachicardia
- vertigini
- confusione mentale
- fino ad arrivare all’attacco di panico.
Alla persona agorafobica pervasa dalla paura se in situazione o dall’ansia anticipatoria prima di affrontare la circostanza temuta, non resta dunque che evitare del tutto tali situazioni.
L'agorafobico dunque evita di uscire di casa o di allontanarsene oppure necessita di essere accompagnato.
L’evitamento è per la persona fobica una tentata soluzione che consente al momento di alleviare l’ansia ma che purtroppo successivamente mantiene e rinforza il disturbo fobico, in un circolo vizioso che si autoriproduce.
Appare dunque chiaro come le ricadute sulla qualità della persona agorafobica possano essere consistenti andando a compromettere il suo funzionamento sociale e lavorativo.
Non di rado per assolvere ai propri impegni fuori casa, la persona sofferente si fa accompagnare da un familiare.
Da cosa dipende l'agorafobia? La paura degli spazi aperti come sintomo relazionale
A livello relazionale il sintomo esprimerebbe un conflitto tra i poli opposti di autonomia/ perdita di protezione, dipendenza/libertà che trae le sue origini dalle caratteristiche relazionali del contesto familiare di appartenenza.
In sostanza “…rinuncio alla libertà di esplorazione in cambio di una protezione” (V. Ugazio)
Il sintomo si può tipicamente manifestare ad esempio in fase di svincolo dalla famiglia, di formazione della nuova coppia o in coppie in relazione complementare.
La coppia in cui un membro è agorafobico è caratterizzata da una relazione non equilibrata, strettamente complementare nella quale il partner agorafobico chiede attraverso il sintomo la vicinanza del partner sfuggente.
Una inconsapevole rinuncia alla propria libertà e autonomia in nome della protezione che alimenta inoltre una percezione di inadeguatezza rispetto a sé.
La terapia dell'agorafobia nel mio studio a Roma
Il disturbo agorafobico è un campanello di allarme da non sottovalutare, è arrivato il momento di prendersi cura di se stessi e di affrontare una volta per tutte ciò che ci impedisce di vivere serenamente e con una buona qualità di vita
Tratto il disturbo agorafobico con la psicoterapia mirata sul disagio, un trattamento di tipo breve/medio che consente di affrontare in modo efficace l'agorafobia lavorando sui fattori che ne stanno alla base e contribuiscono al suo mantenimento.
Una fase importante del percorso è costituita dalla desensibilizzazione, a tale scopo anziché l'esposizione in vivo allo stimolo fobico utilizzo la realtà virtuale, un plus alla terapia tradizionale, con indubbi vantaggi in termini di efficienza e esiti promettenti comprovati.
Superare l'agorafobia è dunque importante per riconquistare il nostro benessere, una qualità di vita libera da dolorosi impedimenti e un miglior senso di adeguatezza e autoefficacia.
Come si reagisce alla paura, attacco, fuga, freezing.
Sono tre i meccanismi biologici sopravvissuti all’evoluzione: con i quali reagiamo al pericolo: l’attacco, la fuga o il freezing. Meccanismi che hanno consentito alla specie umana di difendersi dai pericoli e sopravvivere nel tempo arrivando ai giorni nostri.
Il freezing, cioè l’immobilizzarsi, è proprio quello che entra in gioco nell’agorafobia e che appunto impedisce alla persona, a livello metaforico, di muoversi.
Perché? Una spiegazione ci può proprio venire dal paradigma relazionale.
BIBLIOGRAFIA: L. Chianura, P, E.Fuxa, S. Mazzoni, Manuale clinico di terapia familiare, Franco Angeli