Separazione, le cause, come intervenire
Quando giunge alla decisione di separarsi la coppia ha attraversato una serie di difficoltà che non è riuscita a superare.
Il patto coniugale si è rotto, l'alleanza tra i coniugi è venuta meno.
Conflitti aperti, scontri dolorosi e insanabili, conflitti coperti ma con una tensione molto palpabile e onnipresente, tradimenti, sofferenze, vissuti emotivi profondamente dolorosi.
Noia, apatia, rabbia, incapacità di sopportare oltre, esasperazione, si fanno strada. Qualsiasi volto prenda la sofferenza, non sembra più possibile condividere la propria vita con un partner che non corrisponde più alle proprie aspettative, bisogni, progetti. L'impossibilità nel continuare la propria strada insieme si fa dunque certezza.
Spesso la coppia si trascina per lungo tempo in una situazione che si fa sempre più insostenibile, nella difficoltà di prendere una decisione che comunque comporta sentimenti di frustrazione, tristezza rabbia, sensi di colpa per aspettative deluse e un progetto di vita fallito.
Talvolta è uno dei due che è più deciso dell'altro, nella certezza che andare avanti in una situazione di malessere con poche o meglio nessuna speranza di essere cambiata, sia inutile e fonte di sofferenza.
Spesso il partner viene percepito come una zavorra che ci si porta appresso e che limita fortemente la propria vita.
In genere quel coniuge avverte distintamente la necessità di sottrarsi a una vita che non lo soddisfa più, a una situazione disperante, nella quale le cose sembrano rimanere immutate nella loro disfunzionalità o addirittura precipitare in peggio.
Sovente il partner è diventato un nemico da cui guardarsi, da sconfiggere, o sul quale trionfare con la nostra rivalsa.
Le situazioni che possono condurre alla decisione di separarsi sono davvero molteplici, tuttavia arrivare a farlo non è così semplice come dirlo.
Non basta dire addio e andarsene, ci sono questioni da regolare, sia di tipo economico, sia relazionale come parenti a cui dare conto e figli da tutelare che tra l'altro, non di rado, sono l'alibi, magari in una situazione familiare difficilissima, per la difficoltà dei coniugi di separarsi.
I forti sentimenti negativi che connotano una separazione sono spesso cattivi consiglieri, poiché invadono la razionalità e la offuscano, impedendo ai coniugi pur nella estrema difficoltà che una situazione così dolorosa e stressante comporta, di giungere a quegli accordi necessari per separarsi in modo civile, nella tutela e nel rispetto reciproco.
Nelle devastanti battaglie che seguono a una separazione conflittuale, ci perdono tutti, dato che rabbia e rancore si alimentano, gettando benzina sul fuoco. Separarsi e permanere nel conflitto, anche successivamente al divorzio, significa alimentare un legame disperante, ovvero un rapporto di coppia mantenuto attraverso il conflitto.
Per riprendersi in mano la propria vita e aprirsi a una progettualità futura occorre giungere al divorzio psichico attraverso un percorso che consenta l'elaborazione dell'accaduto.
Non è detto che stare insieme salvaguardi il benessere dei figli che per crescere in modo equilibrato hanno l'assoluta necessità di vivere in un contesto familiare sereno e non conflittuale e di non essere coinvolti nelle diatribe e nei problemi dei genitori.
E' un clima familiare perturbato che fa più male ai figli che non hanno, per via della loro fase di sviluppo, gli stessi strumenti degli adulti per difendersi e risolvere il dolore., di certo non una separazione quando la convivenza è diventata fonte di malessere per tutti.
Figli che restano imprigionati e coinvolti nelle relazioni disfunzionali in essere e che pertanto sono a forte rischio psicopatologico e che beneficerebbero invece di una separazione ben condotta, per tutelare il loro diritto ad avere rapporti sereni con entrambi i genitori.
La coppia genitrice pertanto, nonostante la separazione, deve continuare la propria funzione genitoriale prendendo accordi condivisi al riguardo ed evitando di farsi la guerra attraverso i figli, situazione estremamente pericolosa per il benessere di questi ultimi.
La coppia coniugale cessa di esistere in quanto tale, ma genitori degli stessi figli si rimane, con il dovere e l’obbligo di occuparsi della loro crescita equilibrata, del loro mantenimento, della loro istruzione ed educazione e non ultimo l’importantissimo fatto di dare loro quella continuità affettiva di cui hanno fortemente bisogno.
E’ questa un’importante questione da sottolineare, quella fra coniugalità e genitorialità, distinzione assai ardua da far comprendere ai coniugi separandi, separati o divorziati.
Come riprendere in mano la propria vita dopo la separazione
Pertanto, quando si è in queste situazioni davvero incresciose e che comportano una serie di rischi per il proprio benessere, è di aiuto rivolgersi a una persona competente come professionalità ed emotivamente non coinvolta come lo psicologo.
Meglio ancora sarebbe rivolgersi a uno specialista nelle relazioni, come lo psicologo psicoterapeuta sistemico-relazionale, per guidare i coniugi separandi, separati, o divorziati verso vie meno impervie e affrontare in modo meno drammatico e doloroso la separazione.
Un percorso che accompagna a elaborare il naufragio coniugale e ad attribuirgli un significato meno sconvolgente.
Ciò consente di continuare il proprio percorso esistenziale con serenità e ricostruire il proprio futuro più consapevolmente e in autonomia.
BIBLIOGRAFIA: M. Andolfi, La crisi della coppia, Cortina
L.Rinella, G.Santonocito, L.Tinelli, M. Pacini, M.Di Lorenzo, PAS, sindrome o processo, C1V edizioni